Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

"This is my Land... Hebron": un viaggio alla scoperta dell'animo
umano in una terra falcidiata dall'odio e dalla guerra


Hebron, Israele. Questa cittadina a soli 30 Km da Gerusalemme è l'emblema più lampante del conflitto mediorientale tra isrealiani e palestinesi. In un luogo surreale convinvono la minoranza dei coloni israeliani e la stragrande maggioranza della popolazione di orige mussulmana. Giulia Amati e Stephen Natanson sono andati ad Hebron con le loro telecamere, per documentare la "guerra" giornaliera per la sopravvivenza di due popolazioni in perenne conflitto tra di loro. In "This is my Land... Hebron" vengono mostrate tutte le contraddizioni di un conflitto lontano da quello che ci viene proposto dai mass media, fatto di calci, sputi, botte, soprusi verso le donne e i bambini, dove vicini di casa si combattono ogni giorno il loro territorio porta a porta. Nei 72 minuti del documentario viene rappresentata una delle forme di occupazione, quella da parte dei coloni israeliani, tra le più brutali ed anti-democratiche del mondo. Signifcative le parole di un ragazzo Sudafricano che vive ad Hebron, intervistato nel film: "L'apartheid non ha nulla a che vedere con le brutalità che ho visto in questa città". Il viaggio intrapreso dai due autori vuole dare spazio a tutti i punti di vista, investigando sulle ragioni e le motivazioni di entrambe le popolazioni che vivono ad Hebron, lasciando allo spettatore il giudizio sullo "spettacolo" di terrore e soprusi, lasciando che siano i protagonisti a parlare per loro.

Giulia Amati e Stephen Natanson sono stati aiutati nella realizzazione del documentario da due organizzazioni non governative presenti sul territorio palestinese, Tel Rumeida Project e "B'Tselem" ed hanno usato diversi metodi di ripresa, dalle convenzionali telecamere ai videotelefonini, per documentare anche in situazioni estreme l'esasperazioni del conflitto. Anche l'impostazione del non facile lavoro è stata "divisa" tra i due documentaristi: la Amati ha seguito principalmente i cittadini palestinesi e le rivelazioni di Yehuda Shaul, ex-soldato israeliano dissidente che adesso accompagnai gruppi come guida alla città; mentre Natanson ha raccolto le testimonianze dei coloni israeliani.

Per concludere, possiamo definire "This is my Land... Hebron" come uno dei viaggi più terribili ed inquietanti alla scopertadegli aspetti più nobili, contraddittori e brutali dell'animo umano.


Incontro con Giulia Amati e Stephen Natanson


18/11/2010, 14:09

Simone Pinchiorri