Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

"Io sono con Te": La storia di Maria e del suo unico figlio


Il film di Guido Chiesa, prodotto da Colorado Film, Magda Film e Rai Cinema con il sostegno economico del MIBAC, racconta con colori vivi una storia che può ancora appassionare. Nel cast Nadia Khlifi, Rabeb Srairi, Mustapha Benstiti, Carlo Cecchi, Giorgio Colangeli, Fabrizio Gifuni, Ahmed Hafiene e Mohamed Idoudi.


Uscirà in sala venerdì 19 novembre 2010 "Io Sono Con Te" il nuovo racconto sulla vita di Maria diretto da Guido Chiesa distribuito da Bolero. Un film dai colori accesi, nei costumi e nei paesaggi, a far da contrasto con le cupe tradizioni ebraiche che solo il sorriso innocente e consapevole di una giovane madre riesce a mettere in discussione.

Il film di Chiesa, prodotto da Colorado Film, Magda Film e Rai Cinema con il sostegno economico del MIBAC, anche se torna a raccontare "la storia" lo fa da un punto di vista interessante, quello della giovane Maria, seguendo la sua vita dal matrimonio con Giuseppe fino all'incontro di Gesù con i sacerdoti nel tempio. Dal racconto emerge l'importanza della Madre nella crescita di Gesù, e quanto lo sviluppo di un bambino cresciuto libero, influenzi il suo futuro. Certo, forse non tutti quelli che frequentano la Montessori (anche lei Maria) diventano il Messia, ma in quella società chiusa e oppressa dalle regole religiose, una buona mano "consapevole" può aver dato la spinta decisiva.
Non convince il cliché dei Romani oppressori e violenti, quando è noto che Roma nei territori conquistati lasciava grande libertà agli indigeni esigendo solo il pagamento delle tasse e l'uso della lingua, e che mai qualcuno si sarebbe permesso di usare violenza gratuita su famiglie di poveri nomadi. Soprusi che avrebbero soltanto fomentato rivolte, contrasti e dunque guai, senza aggiungere nulla alla dominazione romana. Uno stereotipo caro al cinema americano sempre alla ricerca di situazioni violente più a beneficio degli spettatori che per fedeltà storica.

Nel complesso il film funziona, e dopo la prima ritrosia causata dal sovraesposizione italiana agli argomenti religiosi, appassiona e si fa seguire fino alla fine. Bella la fotografia di Gherardo Gossi e indovinati gli interpreti, anche gli italiani con in testa il grande Carlo Cecchi emozionante anche in greco antico, e poi Fabrizio Gifuni e Giorgio Colangeli, bel calati nel contesto medio orientale e misurati quanto raramente nei film di casa nostra. Come detto, risultano credibili ed efficaci sia i costumi (Valentina Taviani) sia la scenografia (Marta Maffucci) e l'ambientazione tunisina, ancora ricca di luoghi e paesaggi arcaici. Meno efficace il missaggio audio della versione italiana che sembra estromettere le voci di doppiaggio dal contesto ambientale. Buona anche la scelta delle voci non canoniche per degli attori capaci di dare spessore al personaggio con il volto e l'espressività.

16/11/2010, 15:34

Stefano Amadio