Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

Note di regia del film "L'Estate di Martino"


Note di regia del film
L’idea di far passare “Luglio 80” dalla scrittura alla pellicola è una sfida stimolante e interessante per vari motivi.
Il primo è che si tratta di una sceneggiatura vincitrice del Premio Franco Solinas 2007. Un premio autorevole che sottolinea la felicità dell’intuizione e la bontà narrativa dell’autore. Per chi realizza la sua opera prima è stimolante confrontarsi con una sceneggiatura i cui meriti sono stati ampiamente riconosciuti.
“Luglio 80” è la storia di due mondi, due caratteri, due solitudini che si incontrano su una assolata spiaggia della Puglia in un periodo storico per noi italiani molto particolare. Siamo infatti tra il 27 giugno e il 2 agosto 1980. Ovvero tra le stragi di Ustica e di Bologna. E la nostra vicenda, che non è assolutamente una vicenda di cronaca giudiziaria o di “spionaggio”, si svolge proprio attraverso gli occhi, i sorrisi, le parole e i silenzi di questi nostri due protagonisti: un militare americano ed un quindicenne pugliese. L’incontro? La passione per il surf.
Il secondo motivo è che non si tratta di una “storia”, ma di una “favola” (o forse, ancor di più, del sogno di ogni persona). E come in tutte le favole la realtà può non essere quella che ci circonda…
Il terzo motivo è che contiene un messaggio straordinariamente positivo: lo sport, anche se come semplice passione personale, avvicina le persone, può far superare le barriere qualunque esse siano, come, simbolicamente, nel nostro caso, una rete metallica protetta da sorveglianza armata. Senza per questo voler fare un film “sportivo” sicuramente la presenza di questo sport permette sequenze spettacolari ed emozionanti.
Il quarto motivo è la particolarità dell’ambientazione. Tutto il film, a parte due brevi passaggi, si svolge su unico palcoscenico: una spiaggia. Le inquadrature, gli angoli di ripresa, le luci, la capacità narrativa dei particolari e dei volti diventano parte integrante ed importante della scenografia naturale di quello spicchio di Puglia.
Un film, concludendo, che porta in sé due anime, quella legata all’immagine ed alle emozioni che uno scenario naturale ed unico al mondo come la Puglia può dare, e quella dell’interpretazione dei protagonisti. È un film dove anche, e a volte soprattutto, i silenzi hanno il loro peso ed il loro profondo significato. Senza dimenticare, sullo sfondo, due grandi tragedie che hanno colpito il nostro paese e la speranza di come sarebbe bello se certe cose appartenessero solo al passato.

Massimo Natale