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"Due Vite per Caso": lo "Sliding Doors" nostrano


"Due Vite per Caso", oper aprima di Alessandro Aronadio racconta la storia di un ragazzo con una vita che prende due strade per gli esiti di un evento casuale.


Il film giovanilistico funziona e allora anche la Lucky Red ne infila uno nel suo listino. Certo non si tratta di un'operazione di bassa speculazione tipo tredicenni che devono perdere la verginità; "Due Vite per Caso" non raschia il barile del nulla come tanti film "di giovani" visti durante la stagione, ma conferma, con la sua leggerezza quanta poca considerazione del pubblico a cui si rivolgono, abbiano i realizzatori di film.

Malgrado una confezione rispettabile, una recitazione di buon livello è, come spesso accade, al momento di scrivere la storia che si decide di non perder tempo, di non approfondire i personaggi e le vicende, considerando queste cose secondarie, non indispensabili per la valutazione superficiale che faranno del film gli spettatori nel target. Bastano, e forse è vero, le faccette pulite e carine degli attori del momento, qualche situazione in cui i giovani si ritrovino e qualche ambiente familiare conosciuto, parole e battute generazionali e il film giovane è fatto.

"Due Vite per Caso" è uno "Sliding Doors" nostrano, con una vita che prende due strade per gli esiti di un evento casuale. La sola differenza è che le due strade non portano una al bene e l'altra al male, ma entrambe conducono a una triste fine, senza portare il protagonista né alla felicità ne alla sofferenza. Al protagonista, interpretato da Lorenzo Balducci, non ci si affeziona, come lui non si affeziona alla vita, rassegnato a vivere un'adolescenza che ormai si spinge sempre più in avanti. Il film non ci rende indispensabile vedere come vanno a finire le sue vite, lasciandoci in attesa della fine più che del finale, in un susseguirsi di apparizioni di personaggi sfocati e situazioni leggere che arrivano e volano via come piume.

Come detto la regia e la messa in scena appaiono di buona fattura. "Due Vite per Caso", prodotto da Anna e Sauro Falchi (finanziati dal MIBAC, dalla Regione Lazio e da Raicinema), è stato ospite al Festival di Berlino e uscirà in sala il 7 maggio.
Due domande: perché la pleonastica riproposizione in coda dell'evento casuale che da il via alle due "vite" e, a che serve il calendario che in grafica scandisce un non preciso periodo di tempo?

05/05/2010, 17:30

Stefano Amadio