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Note di regia del film "Sāmara"


Note di regia del film
Nell'essere artisti non ci puō essere niente di trascendentale, niente di astratto, le immagini sono il frutto del rapporto fra gli uomini e soprattutto fra uomo e donna; questo Luis lo scopre suo malgrado perchč ne viene quasi travolto e questo lo mette profondamente in crisi; la sua astrazione, quasi un senso di profondo vuoto con cui il film parte, viene via via messo in crisi dai rapporti, dagli incontri che Luis fa durante questo viaggio... epicamente moderno, ma anche antico, nel senso della ricerca di se stesso, un'epica capovolta in cui alla fine non si trova la trascendenza ma la possibilitā di essere esseri umani, con tutte le crisi le incertezze, le ambivalenze con cui il protagonista misura se stesso... Nel film Luis č alla ricerca di un “Eldorado”, di una cittā mitica (come nei poemi orientali o nei racconti medievali) in cui realizzarsi soprattutto come artista, ma presto essa si rivela un'utopia astratta, quasi ridicola; durante il viaggio, poi, ha la fortuna di trovare Rosita e Morito, la ragazza e il bambino; non reggere questa fortuna gli porterā non pochi guai! Ma nel finale ha un colpo di reni, una trovata d'artista, una possibilitā nuova... Luis nel suo viaggio sostiene ripetutamente di essere un artista, un saltimbanco, ma in effetti non sa fare un bel niente! Una sorta di idiota! Ho la sensazione che nel film io abbia voluto fare anche una riflessione sull'artista moderno, ma pių non so! Mi piace pensare che Luis č un eroe al contrario, e che il suo eroismo, forse, sta nel suo andare profondamente in crisi, fin quasi a toccare il fondo; mi piacerebbe pensare che con Luis va in crisi l'uomo occidentale, razionale, freddo, calcolatore, colonialista e imperialista, soprattutto con chi č diverso da lui! Nel film sono proprio le donne, la poetessa persiana, la ragazza di cittā, ma soprattutto Rosita, a seminare la crisi nel nostro artista di strada. Lei glielo dice chiaramente prima di andarsene: "Se non stai con me il tuo flauto non suonerā mai!!".

Massimo D’Orzi