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"Meno Male che ci Sei": Luis Prieto e il
filone generazionale/adolescenziale


Nonostante diverse situazioni già viste e di maniera, il secondo film di Luis Prieto si fa apprezzare per alcuni lati anomali e sentiti della narrazione.


Esce oggi il secondo film di Luis Prieto, il trentanovenne regista spagnolo che ha esordito con “Ho Voglia di Te”, film campione di incassi nel 2007 (circa quindici milioni di euro), che ha per protagonista Riccardo Scamarcio. Il suo nuovo lavoro è “Meno male che ci sei”, tratto dal romanzo omonimo di Maria Daniela Ranieri; le protagoniste sono Chiara Martegiani e Claudia Gerini.

L’opera seconda di Luis Prieto segue il già consumato filone generazionale - adolescenziale e la tradizione consolidata di Cattleya di costruire lungometraggi tratti da romanzi. “Meno male che ci sei” è quindi un film che sfrutta temi già visti (il nucleo narrativo iniziale ricorda anche quello di “Le fate ignoranti” di Ferzan Ozpetek) cercando allo stesso tempo di costruire un rapporto cinematografico inedito o quasi, quello tra due donne diverse per età e carattere che lentamente si scoprono ed insieme compiono un percorso di crescita e formazione che le porterà a scoprirsi ed a maturare la loro femminilità e personalità. Nonostante lo sfavorevole dato di fatto relativo ai deja vu, tra cadute di tono, situazioni poco attendibili e personaggi di contorno a volte macchiettistici, il film di Prieto ha comunque dei lati positivi; si fa infatti a tratti apprezzare per snodi narrativi e dialoghi azzeccati e anche sentiti (come la litigata tra i due ragazzi che emoziona per l’autenticità e rivela il disagio non solo di Allegra ma anche di Gabriele) ed i personaggi delle due protagoniste sono ben costruiti e tutt’altro che confezionati a tutto tondo (le contraddizioni insite in Allegra sono il resoconto di un ruolo scritto in modo interessante, anomalo e rivelatore di tante adolescenti, le ingenuità di Luisa sono tipiche di molte quarantenni che cercano di sopravvivere nonostante i disagi dovuti alla crisi economica in generale e quindi anche esistenziale in particolare). Questi pregi fanno dimenticare che il materiale narrativo del film poteva essere maggiormente utilizzato anche in modo più funzionale non solo al racconto ma alla struttura stessa della sceneggiatura, che i momenti comici sono non bene coniugati con quelli drammatici perché impostati a volte su un registro troppo diverso.

Del mio personaggio”, ha confidato Claudia Gerini durante la conferenza stampa, “mi è piaciuto il fatto che ha fiducia negli altri e quindi si mette in gioco, vede sempre il positivo nelle cose anche se la sua vita è ancora decisamente irrisolta. E’ una donna accogliente ed è molto naif in questo.

Il fatto che siano i giovani a mettere insieme i pezzi della vita degli adulti credo che sia un segnale di speranza ed un messaggio positivo che ci tenevo molto a rendere”, ha precisato la sceneggiatrice, e autrice del romanzo da cui è tratto il lungometraggio, Maria Daniela Ranieri. “Nel film infatti c’è l’idea della famiglia che si costruisce da una situazione biologica frantumata, e questo avviene grazie appunto al personaggio di Allegra che dona l’ordine e nuovamente la speranza alla Luisa interpretata da Claudia Gerini".

Chiara Martegiani, l’interprete del personaggio di Allegra già vista in “Un gioco da ragazze” di Matteo Rovere, ha confidato che durante la sua partecipazione ad “Amici” ha avvertito per la prima volta la sua vocazione di attrice.
Claudia è stata la mia indiscutibile guida sul set”, ha dichiarato la giovane interprete. “Credo che la storia del film, e dei ragazzi in esso narrati in particolare, sia molto reale, tanto che si può molto facilmente identificare in loro. La scena che trovo più autentica ad esempio è quella della litigata, proprio perché il primo amore lo si vive esattamente in maniera così forte, emotiva e dirompente".

27/11/2009, 16:03

Giovanni Galletta