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Note di regia del film "La Doppia Ora"


Note di regia del film
"La Doppia Ora" non è solo la semplice coincidenza che fa leggere sul quadrante di un orologio un’ora ripetuta e suggerisce ai protagonisti un gioco, la possibilità di esprimere un desiderio. "La Doppia Ora" segna l’incontro di Sonia e Guido, due solitudini che sembrano specchiarsi l’una nell’altra.
Un incontro che fa intravedere la possibilità di lasciare alle spalle vecchie ferite e ricominciare.
Un incontro che segnerà in maniera inaspettata la vita di entrambi.
Potremmo definirlo un film di genere, "La Doppia Ora". Ma pur attingendo a piene mani dal noir, dal melò, dal thriller e dall’horror psicologico, si è voluto in qualche modo mantenerne le distanze, facendo invece forza sul vero nucleo narrativo del film, quello che vede i due protagonisti affrontare, ciascuno per proprio conto, un doloroso percorso interiore.
Da un lato Guido che nasconde nella disillusione la sofferenza del proprio passato, dall’altro Sonia misteriosa, bellissima, che sprofonda in un abisso fatto di ricordi che non riesce a scacciare.
E quando le ragioni del tormento di entrambi sembrano trovare una spiegazione, forse una soluzione, tutto torna a confondersi per i protagonisti così come per lo spettatore, sino alla fine, sino all’ultima inquadratura rivelatrice. Perché niente e nessuno è come sembra in questa storia.
In tal senso semplicità e misura dal punto di vista formale si sono rese necessarie per conferire compattezza ad una vicenda che si regge proprio sull’equilibrio delle parti. La coerenza stilistica, infatti, è tesa non tanto ad assecondare i dettami del genere quanto piuttosto a rendere giustizia alla storia nella sua interezza, nella sua essenza più profonda e per me significativa.
Per nulla semplice il personaggio di Sonia, pieno di chiaroscuri, duro e fragile ad un tempo, interpreto da Ksenia Rappoport. Sonia cattura Guido e lo spettatore, li trascina nel vortice delle proprie paure, paure di cui sembra lei stessa ignorare l’origine. Il dubbio aleggia su di lei e finisce per contagiare Guido, figura altrettanto complessa affidata a Filippo Timi. Guido è un uomo che pare non credere più in nulla, sceglie la solitudine e una vita opaca da cui sembra ridestarlo solo l’irruzione di Sonia.
Guido e Sonia, privati delle proprie sicurezze, sono indifesi di fronte ad un sentimento che sembra sul punto di nascere ma che forse non potrà bastare.

Giuseppe Capotondi