Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del film "La Banda del Brasiliano"


Note di regia del film
"La Banda del Brasiliano" nasce da una doppia esigenza: raccontare una forma di malessere sociale, uno scontro generazionale sotterraneo e pericoloso; farlo attraverso quel veicolo che un tempo se ne faceva espressione naturale e diretta, il cinema poliziesco italiano.
"La Banda del Brasiliano" è pertanto una specie di poliziesco, con tutti gli elementi tipici della tradizione. Ma anche una riflessione sulle difficoltà di girare un poliziesco oggi e una commedia amara e nostalgica verso un’epoca, gli anni Settanta, che per motivi anagrafici non abbiamo potuto vivere.
"La Banda del Brasiliano" è anche un tentativo di parlare di cose come il precariato, la flessibilità o la mancanza di ideali, senza raccontare le solite storie di call center e di trentenni in crisi.
È un film su una generazione che è incapace di dare forma alla propria rabbia, e che resta impantanata nella melma di un Paese vecchio, ostile, testardo. Una generazione umiliata che trova tutte le porte chiuse e si accomoda in sala di attesa, ad annegare nella frustrazione e nel proprio stesso sarcasmo. "La Banda del Brasiliano" prende in prestito i modelli, il linguaggio di un cinema feroce e dissacrante per raccontare la lotta di questa generazione totalmente disillusa, che cerca il conflitto e il corpo a corpo con i propri nemici, ma resta vittima della propria inettitudine e mancanza di convinzione.
Un gruppo di ragazzi incapaci di tradurre la propria rabbia in azione provano a vivere come se fossero in un poliziesco, e a risolvere le cose come le avrebbe risolte Henry Silva: la violenza diventa una goffa farsa, mentre questa "specie di poliziesco" viene fatto gradualmente e dichiaratamente a brandelli.

John Snellinberg