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"Imago Mortis": ritorna l'horror/fantastico all'italiana


E’ avvertibile nella produzione italiana contemporanea una certa assenza di film di genere, ma soprattutto è avvertibile la quasi totale assenza di elementi surreali e fantastici. A partire dagli anni novanta il cinema spagnolo ha prodotto alcuni interessanti film di genere, da "Tesis" di Amenàbar fino al più recente "[REC]" di Balaguerò. Queste pellicole mischiando efficacemente orrore e fantastico, violenza e magia, si sono rivelate successi commerciali e hanno avuto il grande merito di arrivare al grande pubblico, uscendo dalla nicchia degli appassionati del cinema genere. Anche da noi si è prodotto qualche horror, spesso a basso costo, ma sono rimasti casi isolati e che hanno avuto una risonanza trascurabile. "Imago Mortis", coproduzione tra Italia, Spagna e Irlanda, uscirà in prima mondiale venerdì 16 gennaio 2009, distribuito da Medusa in 200 copie, con l’ambiziosa intenzione di essere il capostipite della rinascita del genere horror/fantastico nel nostro paese.

Il film presentato alla Casa del Cinema di Roma ha sicuramente un efficace impatto visivo e sonoro, qualità queste di primaria importanza per un horror e può vantare nel cast la presenza di Geraldine Chaplin e della figlia, Oona Chaplin, protagonista femminile accanto all’attore spagnolo Alberto Amarilla. Tuttavia se si vuole lanciare un sasso nelle stagnanti acque del nostro cinema per cercare di creare un’onda, una buona confezione non è sufficiente.

La sceneggiatura, scritta dal regista Stefano Bessoni insieme a Luis Berdejo (sceneggiatore di "[REC]"), mostra la corda fin dalle prime battute. E’ vero che nei film horror la sceneggiatura è spesso un accessorio di secondaria importanza, ma se nei primi venti minuti mi viene detto per ben due volte, in modo esplicito, che il protagonista è orfano e ha perso i genitori in un incidente, è evidente che qualcosa non funziona. Quello che trovo straordinario di film come "Il Labirinto del Fauno" è la capacità di portare immediatamente lo spettatore in un’altra dimensione, in un mondo surreale e fantastico, dove tutte le regole possono essere sovvertite, e quindi non c’è da stupirsi se gli animali possono parlare e le persone camminano sui muri. L’ambientazione di "Imago Mortis", la lugubre scuola internazionale di cinema “Murnau”, aiuta a creare una certa sospensione, a farci capire che non siamo nel mondo reale. Nessuno parla al cellulare, nessuno fuma, le uniche ambientazioni esterne alla scuola sono una caverna e la casa della ricca mecenate interpretata Geraldine Chaplin. Ma quando tutte le informazioni per andare avanti con la storia vengono date attraverso i dialoghi non solo si va contro le regole che si possono trovare su qualsiasi manuale di sceneggiatura, ma si va contro le regole del buon senso e si finisce per ritrovarsi imprigionati a metà tra il mondo reale e il mondo fantastico. Considerando la buona qualità generale della confezione (davvero lodevole, visto che non si tratta certo di un film ad alto budget), rimane l’amaro in bocca perché con una sceneggiatura più efficace "Imago Mortis" sarebbe potuto essere un punto di partenza molto più concreto per il rilancio del cinema fantastico in Italia.

14/01/2009, 08:44

Daniele Malavolta