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Note di regia del film "Un Amore di Gide"


Note di regia del film
Nella costruzione del film sono stati mescolati frammenti di repertorio della Taormina Anni Cinquanta, con i fatti della storia narrata nella Taormina del 2000, come fosse un’indagine che mette a confronto il presente con il passato in cerca della verità.
La prima preoccupazione nel citare i grandi scenari di ieri, è stata quella di sorvegliare il rischio insito nel maneggiarli; l’inevitabile enfasi; invece è tenuto tutto sotto il rigo. Direi che è una delle scelte di questo film: sostituire il punto di vista, mutare l’occhio della camera da “oggettivo” a “soggettivo”, raccontare la vicenda con uno sguardo terzo rispetto ai suoi reali protagonisti senza sacrificare o svilire nulla della storia principale. Quasi fosse, appunto, una indagine, questo sì, sviluppata con cautela ed una certa incredulità, persino una certa stupita impazienza, a cui presta il viso la protagonista venuta da lontano. Tanto lei è strutturata culturalmente dal cotè elitario per cui lavora, quanto il giovane giornalista che l’aiuta pur appartenendo alla realtà locale la rifiuta con una sensibilità critica proiettata fuori dal luogo bello… In una vicenda comunque straordinaria colpisce l’affiorare accanto ad essa di realtà semplici della vita piccola o complesse e mostruose; dalle più turpi alle più generose: la ‘retorica’ rinomanza del luogo stesso accostata ai risvolti individuali, ai dettagli, alla psicologia di figure locali. Anche minuscole, trascurabili. Raccontarli con la maggiore plausibilità adattandovi l’asciuttezza del raro filmato d’epoca funziona per sostenere ciò che appartiene ai giorni nostri, agli enigmi di tutt’altra caratura rispetto al passato. Forse rimescolando soltanto il passato, si sarebbe potuto fare un film tutto di montaggio, pescando nelle cineteche del mondo; alla Rossif. Ma l’idea iniziale non era questa; semmai sarà per un'altra volta, per un altro film.

Diego Ronsisvalle