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Note di regia del film "Non è Giusto"


Antonietta De Lillo descrive il suo film "Non è Giusto" prodotto da Megaris - Mikado in collaborazione con Tele+.


Note di regia del film
I giovani protagonisti del film
Sofia, undici anni, e Valerio, dodici anni, sono i protagonisti del film “Non è giusto”.
La realtà è osservata attraverso i loro occhi, il loro sguardo si poggia sulle vicende del mondo dei “grandi”, spostandosi gradualmente verso la comprensione delle loro paure e dei loro desideri. Il mondo degli adulti è come un castello di sabbia, le cui fondamenta si reggono a malapena. Quali spazi si offrono ai bambini, perché possano conservare l’integrità della loro esistenza?
Quali opportunità vengono loro concesse per il controllo delle proprie vite? Quali possibilità sopravvivono all’inconsapevole prevaricazione degli adulti?
Le domande si susseguono, cercando di far luce su un territorio, quello dell’infanzia, ove comunemente approdano i dubbi e le incertezze della maturità.
Il mito della crescita, della consapevolezza, non prevede inversioni di rotta, fuggendo senza pause dall’infanzia all’adolescenza, dalla maturità alla vecchiaia: il pericolo è quello di arenarsi o che la rotta subisca deviazioni involontarie e irreversibili che tradiscono i desideri, oppure che questo percorso non corrisponda nei fatti alla nostra volontà.
Esprimere questa volontà, dunque esercitarla, è la vera possibilità che rimane ai nostri bambini, una possibilità inalienabile e che la storia di Valerio e Sofia vorrebbe sopratutto affermare, prima ancora dell’effettiva capacità di metterla in pratica. Ritengo che in ciò risieda una delle motivazioni - forse per me la più importante - del film: il desiderio di restituire all’infanzia ciò che le è stato sottratto dal mondo degli adulti.
“Non è giusto” racconta una storia di crescita, di amicizia e di coraggio; una storia capace di sfiorare, in taluni momenti, anche toni fiabeschi, pur mantenendosi nei limiti di un rigoroso realismo, imposto dai suoi personaggi e dalla quotidianità di cui si nutrono.
Di qui, la scelta di realizzare il film su supporto digitale, quale mezzo capace di aderire alla realtà circostante con più naturale prontezza rispetto a tecnologie più tradizionali e “pesanti”.
Il mondo dei bambini necessita di mobilità, flessibilità e discrezione: qualità che fanno del mezzo digitale il sistema più adatto a raccontare una storia come quella di “Non è giusto” che desidera posare lo sguardo con leggerezza, sul caos e l’instabilità che circonda noi e i nostri figli.

Antonietta De Lillo